La stipsi è un disturbo molto diffuso, che interessa dal 2 al 27% della popolazione occidentale: colpisce principalmente donne ed anziani. Questa stima risulta così poco accurata a causa della difficoltà ad individuare una definizione di stipsi condivisa da tutti. Esistono 2 forme principali di stipsi: la stipsi primaria o idiopatica, causata da problemi fisici e funzionali, e la stipsi secondaria determinata da condizioni organiche, dall’uso di farmaci e cattivi stili di vita. La forma più frequente, detta stitichezza semplice, è riscontrata maggiormente negli anziani. È causata dall’indebolimento della parete muscolare intestinale: il bolo fecale non viene spinto lungo il colon. Le feci rimanendo nell’intestino sono private dell’acqua, diventano dure e quindi difficili da espellere. Attualmente per la definizione di stipsi si utilizzano i “Criteri di Roma II”.
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Criteri di Roma II
Devono essere riscontrabili almeno 2 dei seguenti sintomi, negli ultimi 12 mesi e per almeno 12 settimane (anche non consecutive):
- Sforzo eccessivo per almeno il 25% delle evacuazioni;
- Feci dure per almeno il 25% delle evacuazioni;
- Sensazione di evacuazione incompleta per almeno il 25% delle evacuazioni;
- Sensazione di occlusione rettale per almeno il 25% delle evacuazioni;
- Ricorso ad operazioni manuali per svuotare il retto per almeno il 25% delle evacuazioni;
- Numero di evacuazioni settimanali inferiore a 3.
Le cause
Le cause sono molteplici:
Diminuzione del contenuto di acqua nelle feci:
- Disidratazione
- Diminuita alimentazione
Ostruzioni del flusso:
- A livello dell’ileo: per ostruzione dell’intestino tenue
- A livello del colon: diverticoli, aderenza, distensione vescica, carcinoma, polipo
- A livello anale: fibrosi, tumori
Alterazioni dell’attività motoria:
- Generalizzata: farmaci, ipotiroidismo ed altre malattie metaboliche, pseudostruzione intestinale, enteropatia diabetica, lesioni del midollo spinale, permanenza a letto
- A livello del colon: sindrome dell’intestino irritabile
Riflesso della defecazione alterato:
- Lesioni rettali o anali, malattia psichica
Consigli
- Congruo apporto di fibre, sia idrosolubili che non: le fibre aumentano il volume delle feci, trattengono acqua e permettono la proliferazione della flora batterica intestinale.
- Bere almeno 2 L di acqua al giorno.
- Fare esercizio fisico.
- Non ignorare lo stimolo defecatorio: rinviare l’evacuazione determina, nel tempo, una diminuzione della sensibilità a questo riflesso.
Dott.ssa Chiara Cevoli
Biologo Nutrizionista
Bibliografia:
P. Binetti, M. Marcelli, R. Baisi; Manuale di nutrizione clinica e scienze dietetiche applicate. Società Editrice Universo
Riccardi, Pacioni, Giacco, Rivellese; Manuale di nutrizione applicata. Sorbona
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